L’organizzazione fa la differenza?

Ogni volta che si parla di memoria e tecniche di apprendimento sento molte persone che danno la colpa per la propria “scarsa” memoria all’età, alla distrazione, alla poca capacità di utilizzarla, oppure con la consapevolezza di averne sempre avuto poca…

Ma come è vero che gli anni passano, la distrazione è sempre dietro l’angolo e ognuno ha la “memoria che si merita”, ognuno deve cercare assolutamente di trovare un meccanismo che possa far funzionare al meglio ciò che si ha e che possa rendere la vita lavorativa e famigliare meno stressante.

Con questo voglio dire che se seguiamo una regola fondamentale, ORDINE ed ORGANIZZAZIONE, diventa quasi impossibile dimenticare. Provo a farti un esempio, quante volte ti sei trovato a cercare le chiavi di casa? Penso che se le contassimo tutte sarebbe un numero impressionante! La soluzione? Hai mai provato a riporle, sempre nello stesso posto, dico sempre, perché così possa diventare un’abitudine il luogo adibito a organizzare le chiavi. In poco più di 3 settimane il luogo diventerà l’archivio delle chiavi e non avrai più nessun dubbio su dove riporle quando arrivi a casa né tantomeno dove trovarle la mattina quando sei di fretta e devi assolutamente scappare a lavoro.

Se vogliamo rapportare il quotidiano con ciò che succede nella nostra mente, quando leggi o ascolti qualcuno i dati che devi ricordare (le chiavi nell’esempio precedente) non devi lasciarle vagare senza metterle in un luogo sicuro (un posto definito della tua casa) che noi definiremo archivio.

Se vuoi puoi fare subito una prova leggendo questo testo (tratto da https://biografieonline.it/biografia-john-fitzgerald-kennedy):

John F. Kennedy nasce a Brooklin, nel Massachusetts, il 29 maggio 1917. Partecipa alla Seconda guerra mondiale come volontario; in marina, dopo essere stato ferito alla schiena, torna a Boston dove intraprende la carriera politica. Milita nel Partito Democratico come deputato e, successivamente, come senatore.

Il suo discorso pronunciato in Senato nel 1957 appare particolarmente significativo: Kennedy critica l’appoggio che l’amministrazione Repubblicana offre al dominio coloniale francese in Algeria. Sulla base della sua linea di rinnovamento nei confronti dei “Paesi Nuovi”, viene eletto presidente della Sottocommissione per l’Africa dalla commissione estera del Senato.

Il 2 gennaio 1960, annuncia la sua decisione di concorrere alle elezioni presidenziali, scegliendo come suo vicepresidente Johnson; nel discorso di accettazione della candidatura enuncia la dottrina della “Nuova Frontiera”. Come in passato, infatti, la Nuova Frontiera aveva indotto i pionieri ad estendere verso ovest i confini degli Stati Uniti, in modo da conquistare nuovi traguardi per la Democrazia Americana, ad esempio combattere il problema della disoccupazione, migliorare il sistema educativo e quello sanitario, tutelare gli anziani e i più deboli; infine, in politica estera, intervenire economicamente in favore dei Paesi sottosviluppati.

In campagna elettorale, assume una posizione riformista e si assicura i voti dei cittadini di colore, oltre all’appoggio degli ambienti intellettuali: in novembre vince le elezioni, battendo il Repubblicano Nixon, anche se con un margine minimo di maggioranza. Al momento della sua investitura, avvenuta il 20 gennaio 1961 a Washington, annuncia la decisione di varare un programma Food For Peace e di stabilire una “Alleanza per il progresso” con i Paesi latino-americani.

Alla fine di maggio parte per un importante viaggio in Europa, nel corso del quale incontra De Gaulle a Parigi, Krusciov a Vienna e Mac Millan a Londra. Al centro dei colloqui sono i rapporti di coesistenza tra USA e URSS, il disarmo, la questione di Berlino, la crisi del Laos, le relazioni politiche, economiche e militari tra gli Stati Uniti e gli alleati europei.

Dopo le esplosioni nucleari sovietiche causate dal alcuni esperimenti, però, autorizza a sua volta la ripresa degli esperimenti nucleari.

Sul piano della politica internazionale, l’obiettivo strategico di Kennedy nei confronti dell’Unione Sovietica è quello di un’intesa mondiale basata sulla supremazia delle due massime potenze, garanti della pace e della guerra. Per quanto riguarda l’America Latina, invece, il suo progetto consiste nell’emarginazione e nella liquidazione del Castrismo Cubano. Viene stipulata la “Alleanza per il progresso”, cioè un grande programma finanziario offerto all’organizzazione collettiva degli Stati Sudamericani.

Nella campagna elettorale per la presidenza, la questione dei neri aveva rivestito una grande importanza e il loro voto, confluito sulla scheda democratica, era stato decisivo per aprire al candidato della “Nuova Frontiera” le porte della Casa Bianca. Con l’andare del tempo, comunque, Kennedy non riesce a mantenere le sue promesse e in alcune zone del Paese si verificano delle vere e proprie discriminazioni razziali e gravi episodi di razzismo. I neri si ribellano e danno vita a grandi rivolte guidati da Martin Luther King.

Duecentocinquantamila neri e bianchi, organizzati in un’imponente corteo, marciano su Washington per rivendicare i diritti legislativi ed appoggiare le decisioni di Kennedy. Il Presidente, comunque, pronuncia dei discorsi nei quali invita al rispetto e alla tolleranza tra bianchi e neri. La situazione sembra risolversi e decide di partire per un viaggio a Dallas, dove viene accolto con applausi e grida di incitamento, si leva soltanto qualche fischio. Improvvisamente, però, mentre saluta la folla dalla sua auto scoperta, viene assassinato a distanza con alcuni colpi di fucile. E’ il 22 novembre 1963. Dopo pochi giorni avvengono i funerali di stato, dove alcune commoventi foto storiche ritraggono il fratello Bob, la moglie Jackie, e il figlio John Jr. gli rendono omaggio tra la folla.
A tutt’oggi, malgrado sia stato arrestato l’esecutore materiale dell’assassinio (il tristemente noto Lee Oswald), nessuno sa ancora con precisione chi siano stati i suoi probabili mandanti occulti. Negli anni ’90 il film “JFK” di Oliver Stone ha dato una spinta notevole alla ricerca della verità e alla desecretazione degli archivi dello stato.
Hai letto? Sei riuscito a rimanere concentrato? Hai avuto bisogno di tornare indietro nella lettura? Vorresti rileggere per capire meglio? Non farlo e testa la tua comprensione subito.  Scrivi 10 parole chiave che ti permettano di ricordare ciò che hai appena letto. Cerca di non scrivere frasi ma parole singole.
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 Le mie sono queste:
  • Nascita – 29 maggio 1917
  • Partito Democratico
  • Nuova Frontiera
  • esplosioni nucleari sovietiche
  • liquidazione del Castrismo Cubano
  • neri si ribellano
  • Martin Luther King
  • assassinato – 22 novembre 1963
  • Lee Oswald
  • probabili mandanti occulti

Con le parole che hai trovato dovresti riuscire a ricordarti il testo, se così non fosse non preoccuparti, è sempre difficile quando si legge su uno schermo avere la giusta concentrazione. È stato dimostrato che leggere sullo schermo rispetto che su un foglio di carta riduce la comprensione. Poi ci sono le distrazioni esterne, dove l’hai letto? Eri in un posto calmo o c’era caos intorno a te? Altro fondamentale ostacolo è l’obiettivo, con che obiettivo hai letto il testo?

Tutti questi fattori influenzano enormemente la comprensione e l’attenzione mentre leggi o ascolti quindi ti consiglio di seguire queste regole la prossima volta che vuoi allenare la tua memoria e renderla infallibile:

  1. CONCENTRATI: cerca di eliminare i pensieri che ti disturbano e cerca di farti delle domande sul contenuto del testo o della riunione in modo da incuriosire il cervello e renderlo più focalizzato e attento;
  2. PRENDI IL TUO TEMPO: non sempre veloce vuol dire fatto bene, se hai bisogno di tempo per comprendere devi assolutamente trovarlo, altrimenti ne va della tua memorizzazione;
  3. RIPRENDI I CONCETTI CHIAVE: non lasciarti scappare le informazioni chiave e riscrivile su di un foglio che metterai in agenda. Fallo entro i 10 minuti dalla fine del lavoro di ascolto o di lettura, questo ti permetterà di attingere alla memoria a breve termine senza difficoltà.

Allenati ogni giorno a fare un po’ di esercizio di memoria così l’elasticità mentale che acquisirai ti permetterà di migliorare notevolmente le performance nel lavoro o nello studio.

Metti in pratica e non aver paura se dimentichi, è normale se non sei abituato essere un po’ sotto stress, che non aiuta la concentrazione, ma vedrai che in pochissimi giorni diventerà sempre più automatico e naturale prestare attenzione e seguire le regole di concentrazione, tempo e concetti chiave.

Buon allenamento.

Lucky Days!

 

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