Wikipedia definisce i bias cognitivi come: “giudizi (o pregiudizi) che non corrispondono necessariamente alla realtà, sviluppati sulla base dell’interpretazione delle informazioni in possesso, anche se non logicamente o semanticamente connesse tra loro e che portano dunque ad un errore di valutazione o mancanza di oggettività di giudizio.“
Insomma: i BIAS cognitivi rappresentano il modo con cui il nostro cervello distorce la realtà. La domanda a questo punto è: perché diamine lo facciamo? Perché distorciamo la realtà che ci circonda?!
La risposta, come spesso accade, è legata alla nostra evoluzione.
Devi sapere che il nostro cervello è bombardato ogni giorno da centinaia di migliaia di input sensoriali e per far emergere i segnali (soprattutto i segnali di pericolo) dal rumore di fondo, ha imparato, nel corso dei millenni, ad adottare alcune scorciatoie mentali.
Queste scorciatoie sono per la maggior parte corrette e ci consentono di interpretare la realtà in maniera rapida ed efficiente risparmiando tempo prezioso. Tuttavia, c’è una percentuale di queste euristiche che ci conduce verso delle conclusioni errate sul mondo che ci circonda: i bias cognitivi appunto.
I più frequenti dai quali potresti essere affetto anche tu? Eccoli!!
1. Euristica dell’influenza (affect heuristic)
Ipotizziamo che recentemente tu abbia deciso di acquistare una nuova auto: scommetto che stai iniziando a vedere quell’auto ovunque. Vero?
2. Bias del carro della banda musicale (bandwagon bias)
Il “bandwagon” in inglese indica il carro su cui viaggia la banda musicale durante le parate o altre manifestazioni pubbliche. Il bandwagon bias indica la nostra tendenza a sviluppare una convinzione, non tanto sulla base della sua effettiva veridicità, ma quanto piuttosto in relazione al numero di altre persone che condividono quella stessa convinzione.
3. Bias di conferma (confirmation bias)
Questa “scorciatoia mentale errata” si verifica in particolar modo tra i sostenitori di partiti politici o altre ideologie (vedi i fanatici delle “diete alimentari”). Nello specifico, è nella nostra natura dare maggiore rilevanza alle sole informazioni in grado di confermare la nostra tesi iniziale.
4. Bias del pavone (self-enhancing transmission bias)
Tutti noi siamo portati a condividere maggiormente i nostri successi, rispetto ai nostri fallimenti.
L’intero Facebook ruota attorno al bias del pavone: le frasi e le immagini più condivise riguardano vacanze incredibili, party selvaggi, amori passionali. Beh, la realtà è diversa.
5. Bias del “senno di poi” (hindsight bias)
Siamo tutti geni col “senno di poi”.
6. Bias informativo (information bias)
Ti è mai capitato di dover prendere una decisione e ritrovarti a raccogliere tonnellate di informazioni senza poi agire? Questa nostra insicurezza è giustificata dall’information bias, cioè la convinzione che più informazioni recupereremo, più la nostra decisione sarà oculata. La verità è che una sovrabbondanza di informazioni non sempre ci porta a realizzare azioni efficaci. Anzi…
7. Errore di pianificazione (planning fallacy)
Le nostre capacità di fare previsioni accurate sul futuro sono a dir poco imbarazzanti. Questo è particolarmente vero quando ci ritroviamo a pianificare lo studio o un progetto di lavoro. Volenti o nolenti siamo sempre troppo ottimisti sul tempo che impiegheremo per realizzare i nostri obiettivi.
Ti capita mai quando pianifichi i tuoi tempi di studio? Nei nostri corsi teniamo conto anche di questo BIAS. Se ti va di vedere come lavoriamo sei invitato ad uno dei nostri mini corsi gratuiti in programma per le prossime settimane. Per maggiori info e date eventi visita qui.