Crescere con le fiabe

“C’era una volta …” è così che ci hanno abituato a riconoscere l’inizio di una fiaba. Le fiabe hanno accompagnato molte delle nostre serate quando, accoccolati nel letto, la mamma, il papà o i nonni ci leggevano una fiaba. E quanti particolari e quanto recitare da parte loro; impegnati al massimo per darci del sano divertimento e o per cullarci verso un sonno ristoratore.
E chi non si è immedesimato in un personaggio del racconto, chi non ha immaginato le ambientazioni descritte, i tesori e persino i mostri che poi “nascondevamo” sotto i letti o negli armadi?

Fiabe come strumento per lo sviluppo delle capacità emotive

Pensate che secondo recenti studi scientific,i già a 6 mesi di età un neonato è in grado di ascoltare la lettura che contribuisce a sviluppare le sue capacità cognitive e linguistiche.
Le favole sembrano essere un ottimo metodo per sviluppare le capacità emotive del bambino quando si immedesima nelle storie narrate.
Le favole aiutano i “piccoli umani” a usare il cervello: iniziano proprio con le favole il loro allenamento neurologico.

Quando bisogna smettere di leggere le Fiabe?

Secondo un’indagine della Oxford University Press, condotta su un campione di mille genitori con figli tra i 5 e gli 11 anni, il 44% di loro smette di leggere ai bambini intorno al settimo anno di età.
Troppo presto, secondo gli esperti, perché? I genitori si fanno “sostituire” volentieri da tablet, smartphone e computer.
Proprio qualche giorno fa mi trovavo in una bella tavolata di persone con quattro bambini.

Tre di loro hanno “investito” quasi tutta la loro serata giocando con l’irrinunciabile smartphone, con buona pace dei genitori presenti.
Siamo sicuri che farsi “sostituire” da un tablet, da uno smartphone, dalle consolle di gioco, dal televisore, sia la scelta giusta?
Un altro studio condotto dalla London School of Education evidenzia che i bambini che leggono al di fuori dell’orario scolastico, risultano più bravi nella loro lingua ed anche nella logica-matematica.

Se ora fossi un genitore limiterei l’utilizzo dei “sostituti” elettronici e inizierei prima a “leggere per”, poi a “leggere con” e poi a “far leggere” mio figlio (o figlia) rinunciando io stesso ad un po’ di televisione ma riguadagnando la posizione che mi spetta, quella di educatore, di punto di riferimento, di esempio da seguire per ottenere successo nella vita.

“La Vita” di Lama Gangchen

“Un ragazzino e suo padre passeggiavano tra le montagne…
All’improvviso il ragazzino inciampò, cadde e, facendosi male, urlò:”AAAhhhhhhhhhhh!!!”
Con suo gran stupore il bimbo sentì una voce venire dalle montagne che ripeteva: “AAAhhhhhhhhhhh!!!”
Con curiosità, egli chiese: “Chi sei tu?”
E ricevette la risposta: “Chi sei tu?”
Dopo il ragazzino urlò: “Io ti sento! Chi sei?”
E la voce rispose: “Io ti sento! Chi sei?”
Infuriato da quella risposta egli urlò: “Codardo”
E ricevette la risposta: “Codardo!”
Allora il bimbo guardò suo padre e gli chiese: “Papà, che succede?”
Il padre gli sorrise e rispose:”Figlio mio, ora stai attento:”
E dopo l’uomo gridò: “Tu sei un campione!”
La voce rispose: “Tu sei un campione!”
Il figlio era sorpreso ma non capiva.
Allora il padre gli spiegò: “La gente chiama questo fenomeno ECO ma in realtà è VITA.
La Vita, come un’eco, ti restituisce quello che tu dici o fai.
La vita non è altro che il riflesso delle nostre azioni.
Se tu desideri più amore nel mondo, devi creare più amore nel tuo cuore;
Se vuoi che la gente ti rispetti, devi tu rispettare gli altri per primo.
Questo principio va applicato in ogni cosa, in ogni aspetto della vita; la Vita ti restituisce ciò che tu
hai dato ad essa.
La nostra Vita non è un insieme di coincidenze, è lo specchio di noi stessi.
Non cercare di cambiare la tua vita, cambia il tuo atteggiamento verso la vita.

Buona vita a tutti.

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