Gamification: Studiare diventa davvero un gioco

Oggi voglio parlarvi di uno dei momenti più divertenti della mia infanzia: lo studio delle tabelline. Starete già pensando che io sia una persona con un’infanzia difficile o con qualche problema mentale.. vero? In effetti, perchè studiare le tabelline è stato così divertente? Solitamente è davvero una delle cose più faticose e noiose.

Beh, è stato mio fratello a renderle divertenti. Già, dovendosi occupare di me perchè la mamma aveva altre cose da fare, (o forse perchè lei ha sempre nutrito un forte odio nei confronti della matematica) si è inventato un modo creativo per chiedermi le tabelline. Ha usato le piastrelle come una sorta di percorso a punteggio, mi ha piazzata sulla prima piastrella e ha cominciato a chiedermi le tabelline a casaccio: per ogni risposta giusta andavo avanti di una piastrella, per ogni risposta sbagliata indietro di una.

Ora, a distanza di più di 25 anni, ricordo quel pomeriggio come una delle più belle esperienze inerenti all’apprendimento. Vi esorto a provare questo gioco con i vostri fratelli, bambini, nipotini e vi assicuro che vi darà soddisfazione. E forse ripeterete o imparerete le tabelline 😉

Perché i giochi catturano l’attenzione? Dei ragazzi e anche di noi adulti, diciamo la verità. Perché le attività ludiche coinvolgono e motivano? Come mai i video giochi sono così attraenti? Che ricadute può avere sull’alunno un apprendimento basato sul gioco? Studio e divertimento sono inconciliabili?

Beh, proviamo a dare delle risposte a queste domande cominciando da una massima di Albert Einstein:

Il gioco è la forma di indagine più elevata.

Da sempre il gioco costituisce, e non solo per la specie umana, la principale modalità attraverso cui avviene l’apprendimento e la memorizzazione. L’avevano capito gli esperti nel mondo del marketing, coniando un termine per illustrare il processo di apprendimento attraverso il gioco per l’acquisto del prodotto: gamification.

Ma cos’è il Gamification?

Il Gamification (o ludicizzazione) è una strategia con la quale i processi ordinari vengono infusi con i principi di motivazione e di impegno ispirato dalla teoria dei giochi; ovvero il termine indica l’uso di elementi del gioco in contesti non di gioco, al fine di migliorare il coinvolgimento di tutte le parti interagenti.

La ludicizzazione, è l’applicazione in un contesto didattico di tutto ciò che è prerogativa dei giochi, ossia di punti, livelli, classifiche e badge.

Come si può ludicizzare lo studio? E le lezioni scolastiche? 

  • Punti/Crediti – Ricompensa (studio in gruppo): Collezionare punti è una meccanica molto potente poiché è in grado di motivare le persone. Danno un punteggio per il confronto e si possono scambiare per ottenere ricompense che forniscono all’utente la sensazione di investire in modo profittevole il proprio tempo ed energie, dando l’idea di guadagnare qualcosa.
  • Sfide – Obiettivi: le sfide sono le “missioni” che gli utenti possono intraprendere all’interno del gioco o dello studio. Motivano gli utenti a raggiungere dei risultati sotto forma di trofei o obiettivi da sbloccare. Se sei da solo a studiare, prima di leggere un paragrafo scrivi delle domande che potrebbero venirti in mente solamente leggendo il titolo. Il tuo obiettivo sarà rispondere a quelle domande alla fine del testo. In matematica e materie scientifiche, chiaramente, gli obiettivi sono gli esercizi. Non guardarli, ma saperli fare 😀

  • Beni virtuali – Espressione di sé: l’economia di gioco costruita sull’opportunità di ottenere dei punti non può durare a lungo senza qualcosa che l’utenza possa acquistare, guadagnare e, in determinati casi, consumare. Nel caso dello studio pensate ad una ricompensa
    come una passeggiata, una serata con un amico, un pezzetto (un pezzetto!!) di cioccolato, ascoltare un paio di canzoni: vi motiverà ad andare avanti nello studio.
  • Classifiche – Competizione individuale o di gruppo: Un modo per suddividere ed ordinare le performance degli utenti. Una realizzazione più accorta può accendere lo spirito di competizione di ognuno, favorendo l’interesse e facendo aumentare il tempo che un utente trascorre all’interno del gioco. Il sistema può includere classifiche multiple (anche una per ogni differente attività), monitorando ogni aspetto in modo che chiunque possa confrontare le proprie capacità con quelle degli altri. La competizione è strettamente correlata all’aspirazione di diventare il migliore all’interno del propria cerchia di amici e conoscenti.

Sembra insomma che il proverbio “giocando s’impara” non vada preso sotto gamba, soprattutto se i concetti trasferiti attraverso giochi di ruolo e videogiochi sono di utilità sociale e collettiva.

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